IMU SECONDA CASA CANCELLATA: approvata la riforma, da Novembre basta presentare una bolletta e ti cancellano l’obbligo

Addio IMU sulle seconde case - Fsi.it

Addio IMU sulle seconde case - Fsi.it (Fonte Pixabay)

Da oggi è possibile evitare (legalmente) il pagamento dell’IMU sulle seconde case, complice un escamotage validato anche dalla Corte di Cassazione.

Al pari del bollo auto, si tratta di una delle imposte più contestate in Italia: parliamo ovviamente dell’IMU, una tassa che colpisce direttamente le proprietà immobiliari, e che genera inevitabili malumori da Nord a Sud.

Il principio resta sempre il medesimo: “Perché mai dovrei pagare un surplus su un bene che ho già pagato, peraltro profumatamente?“. Purtroppo, questo interrogativo è destinato a tormentare molti proprietari di immobili anche negli anni a venire, sebbene l’IMU non venga applicata indiscriminatamente a tutte le case.

Sono escluse, infatti, le abitazioni principali, eccezion fatta per le strutture di lusso. L’IMU grava principalmente sulle seconde case, sugli immobili sfitti, sulle case-vacanza e sui terreni edificabili.

Le aliquote variano da Comune a Comune, con una base del 7,6 per mille, e il pagamento è diviso in due tranches, la prima con l’acconto di giugno e il saldo a dicembre. Fortunatamente, però, la Corte di Cassazione ha previsto una scappatoia in alcuni casi specifici, un escamotage che permetterebbe di evitare il pagamento dell’IMU anche sulle seconde case…

Esenzioni e agevolazioni

Esistono diverse casistiche in cui è possibile ottenere l’esenzione, oppure una sostanziale riduzione dell’IMU, a partire dagli immobili concessi in comodato gratuito ai figli o ai genitori: se il comodante possiede solo quell’immobile e risiede nel medesimo Comune, ha diritto a una riduzione del 50% dell’imposta.

Alcuni Comuni, poi, hanno stabilito delle esenzioni parziali per abitazioni in fase di ristrutturazione oppure disabitate, ma occorre fornire una documentazione che attesti l’assenza di utenze attive. La novità più interessante, però, arriva dalla Corte di Cassazione, e potrebbe venire in soccorso a molte famiglie italiane: che succede se i due partner abitano – di fatto – in due case differenti?

Giovane coppia - Fsi.it
Giovane coppia – Fsi.it (Fonte Pixabay)

La svolta dalla Cassazione

Si tratta di un tema che da anni divide la Magistratura, ovvero l’esistenza di coppie che non condividono il ménage familiare sotto il medesimo tetto. Un’eventualità sempre più diffusa, magari per ragioni di lavoro o di studio, e su cui la Corte di Cassazione ha posto il focus, deliberando con la sentenza n.209/2022 che entrambi i coniugi hanno diritto all’esenzione sulla propria abitazione principale, anche se non convivono, purché risiedano e dimorino abitualmente in immobili diversi, situati in Comuni differenti.

Per ottenere l’esenzione è necessario però presentare al Comune di riferimento le bollette dei consumi (luce, acqua e gas), la scelta del medico di base aggiornata con l’indirizzo della nuova casa, l’eventuale iscrizione a scuola dei figli e i contratti di lavoro o altre dichiarazioni fiscali che comprovino la residenza effettiva e abituale nell’immobile prescelto.