“Per vedere una partita ho pagato 100 mila euro”: POVERO IN CANNA PER IL CALCIO, va allo Stadio e si ritrova senza più un euro: è la legge I “Dovevi pensarci prima”
Pallone da calcio Serie A (foto LaPresse) - Fsi.it
“Per vedere una partita ho pagato 100 mila euro”: fallire per una partita di calcio, si può. Si può, anzi, finire in miserie. Poveri in canna, con una bordata da dover pagare: oltre 100 mila euro. Lo dice la legge.
Seguire la propria squadra del cuore, oggi, è diventato un vero e proprio lusso. Quello che un tempo era un rito popolare, alla portata di tutti, si è trasformato in un’esperienza sempre più costosa, complessa e, in certi casi, persino rischiosa.
Tra abbonamenti televisivi, biglietti allo stadio e spese accessorie, il tifoso moderno deve mettere in conto cifre non indifferenti per continuare a coltivare la propria passione.
Gli abbonamenti TV, indispensabili per chi vuole vedere tutte le partite, rappresentano una delle prime voci di spesa. Tra piattaforme diverse e diritti sportivi frammentati, un tifoso che voglia seguire tutte le competizioni può arrivare a spendere diverse centinaia di euro all’anno.
Ma i costi non finiscono davanti allo schermo. Per chi preferisce vivere l’emozione dello stadio, la situazione è ancora più impegnativa.
Per vedersi le partite allo stadio finisce in bancarotta
I biglietti, specie per le partite di cartello, possono raggiungere cifre elevate, e non è raro che vadano esauriti in pochi minuti. In molti casi, i tifosi si trovano di fronte al problema del secondary ticketing, ovvero la rivendita non autorizzata di biglietti a prezzi gonfiati. Un fenomeno che, nonostante i controlli, continua a minacciare i consumatori e a sfruttare la loro passione.
Inoltre, l’acquisto dei tagliandi online non è sempre semplice o trasparente: tra siti non ufficiali, truffe e biglietti falsi, il rischio di perdere denaro è concreto. Per questo le autorità e le società sportive invitano i tifosi ad acquistare solo attraverso canali ufficiali, diffidando di piattaforme di rivendita non riconosciute.

Ecco come si finisce in miseria per il calcio allo stadio
Il calcio resta lo sport più amato, ma oggi più che mai richiede non solo tifo, ma anche attenzione, prudenza e – purtroppo – un portafoglio sempre più pieno. Specie poi se, come accennato poc’anzi, si entra in un circolo pericolo in relazione ai ticket e alla vendita e rivendita.
Come nel caso di un ‘bagarino’ che aveva, per oltre dieci anni, svolto una attività di ‘rivendita’ per eventi calcistici in vari stati italiani: comprava ingressi in stock e li rivendeva a prezzo maggiorato, molto maggiorato. Ma da controlli incrociati, anche se c’è voluto un po’, è venuto tutto fuori e sono scatta le multe: la prima, pari a 100 mila euro circa, pare possa essere solo l’inizio di un calvario economico addirittura cinque volte superiore.
