Ho fatto il nuovo “Regime forfettario 2025” e ora guadagno più di un medico | Ma è davvero possibile? Limiti, requisiti e novità

Pioggia di soldi

Pioggia di soldi (foto Pixabay) - Fsi.it

Il nuovo regime forfettario 2025 promette semplificazione e tasse leggere per chi apre partita IVA, ma non è per tutti: ecco cosa cambia davvero tra limiti, requisiti e vantaggi fiscali.

La riforma del regime forfettario è tra i temi più discussi dell’anno. Professionisti, freelance e piccoli imprenditori guardano con interesse alle novità introdotte dal governo, convinti che la nuova struttura possa rendere il lavoro autonomo più sostenibile. La soglia di accesso è stata rivista, alcune agevolazioni sono state confermate e il sistema appare più lineare rispetto al passato. Tuttavia, dietro l’apparente semplicità si nascondono regole precise, che non tutti possono rispettare.

Secondo quanto riportato dalle informazioni ufficiali sul sistema fiscale, il regime resta pensato per chi ha una dimensione professionale contenuta. Nonostante lo storytelling online che racconta guadagni da capogiro, la realtà è che il forfettario è uno strumento utile, ma non certo un moltiplicatore automatico di reddito. La convenienza dipende da attività, costi reali e inquadramento, non da slogan virali.

I nuovi limiti di accesso e chi può aderire davvero

La soglia dei ricavi resta fissata a 85.000 euro annui, con un monitoraggio più rigido: superarla anche di poco comporta l’uscita immediata dal regime nell’anno successivo. Viene confermato anche il limite dei 20.000 euro per il costo del personale, elemento che riduce la platea di chi può assumere senza cambiare regime. Inoltre, chi percepisce redditi da lavoro dipendente superiori a 30.000 euro non può aderire, salvo in caso di cessazione del rapporto.

Il coefficiente di redditività, elemento chiave del sistema, rimane differenziato in base al codice ATECO, influenzando l’ammontare effettivo delle imposte. Per alcune attività intellettuali il coefficiente è più alto, motivo per cui l’aliquota applicata può pesare maggiormente rispetto ad altri settori. Conoscere il proprio coefficiente è fondamentale per valutare se il forfettario convenga davvero rispetto al regime ordinario.

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Il regime forfettario convene? (Fonte: Canva) – www.fsi.it

Le novità del 2025 e cosa cambia per il portafoglio

La principale conferma riguarda l’imposta sostitutiva, che resta al 15% con riduzione al 5% per i primi cinque anni per chi rispetta i requisiti di avvio. Viene però introdotto un sistema di controlli automatici basati sulle fatture elettroniche, pensato per evitare abusi e per monitorare con precisione ricavi e soglie. Si rafforza anche la disciplina delle cause di esclusione, che coinvolgono collaborazioni troppo strette con ex datori di lavoro e attività riconducibili a gruppi familiari.

Le critiche principali arrivano da chi teme che il regime, pur conveniente, rischi di diventare un cuscinetto temporaneo più che una soluzione stabile. Molti professionisti sottolineano la difficoltà di crescere restando sotto la soglia degli 85.000 euro, mentre altri apprezzano la chiarezza delle nuove regole. In ogni caso, il regime forfettario 2025 resta una formula pensata per semplificare e alleggerire, non per trasformare automaticamente un’attività in una macchina da guadagni. Il messaggio è chiaro: opportunità sì, miracoli no.