Pensioni 2026: arriva l’ASSEGNO ISOPENSIONE I Scatta il Massimale, lo comunica INPS: ecco cosa succede alle tue tasche

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Stop ai contributi per i dipendenti contributivi. Risparmi in vista per le grandi imprese con esodati ad alto reddito

Il sistema pensionistico italiano rimane un tema centrale nell’agenda politica, un equilibrio delicato tra sostenibilità dei conti pubblici e adeguatezza degli assegni per i cittadini.

La tendenza dei recenti governi è stata quella di operare con interventi mirati e incrementali piuttosto che con riforme strutturali radicali, nel tentativo di gestire la transizione demografica e l’invecchiamento della popolazione lavorativa.

Le principali direttrici degli ultimi anni si sono concentrate su: flessibilità in uscita, aumento della pensione minima, contrasto alla fuga dei giovani e strumenti di esodo aziendale.

In questo contesto arriva un importante chiarimento INPS che promuove una misura di efficienza contabile che allinea la base di calcolo dei contributi correlati dell’Isopensione alle regole già esistenti per il calcolo della pensione contributiva.

Massimale contributivo sull’Isopensione: La novità INPS

È in questo contesto di ricerca di sostenibilità e rigore che si inserisce l’ultima comunicazione dell’INPS, che pur non modificando la struttura fondamentale del sistema, ha un impatto significativo sulla gestione finanziaria degli esodi aziendali. Una comunicazione dell’INPS (Messaggio n. 3166/2025) apporta un chiarimento di fondamentale importanza per le aziende con più di 15 dipendenti che utilizzano l’Assegno di Isopensione per gestire l’uscita anticipata del personale.

L’Isopensione è un istituto che consente alle aziende in situazione di esubero di personale di accompagnare i lavoratori vicini alla pensione (fino a 7 anni dal raggiungimento dei requisiti) all’uscita dal mercato del lavoro. L’azienda si impegna a corrispondere all’INPS la provvista finanziaria necessaria per erogare al dipendente esodato un assegno di importo pari alla futura pensione e a versare la contribuzione figurativa correlata per tutto il periodo, utile al lavoratore sia per maturare il diritto alla pensione che per determinarne l’importo finale.

diritto-alla-pensione-pixabay-fsi.it
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Il punto di svolta: il tetto massimale

La novità principale è l’applicazione del massimale annuo della base contributiva e pensionabile (fissato a 120.607 euro per il 2025) anche alla contribuzione correlata per l’Isopensione. Il massimale opera esclusivamente per due categorie di lavoratori: Coloro che non avevano alcuna anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 (ovvero, hanno iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996 in poi);

Coloro che, pur avendo contributi precedenti al 1996, hanno esercitato l’opzione per il calcolo interamente contributivo della pensione. Per i lavoratori che rientrano nelle categorie sopra elencate e che percepiscono retribuzioni elevate (superiori al massimale), il datore di lavoro non è più tenuto a versare la contribuzione correlata.