“Controlli a tappeto, vi revochiamo tutto e ci dovete restituire i soldi”: ASSEGNO DI INCLUSIONE, blitz dello Stato, i furbetti hanno le ore contate
Portafoglio vuoto - Fsi.it (Fonte Pixabay)
Stop all’Assegno di Inclusione, la nuova circolare dell’INPS getta nel panico i beneficiari: se ignori questa scadenza il prossimo passo sarà la Caritas.
L’avvento del Governo Meloni ha – comprensibilmente – fatto saltare sulla sedia milioni di italiani, in particolar modo i percettori del famigerato Reddito di Cittadinanza.
L’attuale Esecutivo, in effetti, nel 2024 ha mandato in pensione la misura assistenzialistica varata dal Governo Conte ma, in compenso, al suo posto ha introdotto una nuova iniziativa, pensata proprio per i cittadini che versano in situazioni di difficoltà.
Si tratta, ovviamente, dell’Assegno di Inclusione (ADI), un sostegno riservato a chi ha un ISEE inferiore ai 10.140 euro e almeno un minore, un disabile, un over 60 o una persona in condizioni di fragilità all’interno del proprio nucleo familiare.
Una boccata di ossigeno per numerose famiglie, nonché una concreta opportunità di effettuare un upgrade della propria situazione economica. A differenza del vecchio Reddito di Cittadinanza, infatti, l’ADI è più selettivo, e punta a coinvolgere attivamente chi lo riceve: gli “occupabili” tra i 18 e i 59 anni ne sono esclusi, ma essi possono accedere al Supporto per la Formazione e il Lavoro. E non è tutto: se non si rispetta una determinata scadenza, il rischio è che l’assegno venga repentinamente sospeso.
Assegno di Inclusione, il nuovo welfare targato Meloni
Coloro che versano in ricorrenti ristrettezze economiche hanno trovato nell’Assegno di Inclusione un aiuto tangibile: esso permette infatti di fare la spesa senza ansie in cassa, di pagare le spese mediche, di prelevare un determinato importo in contanti o – perché no – persino di saldare la rata dell’affitto senza erodere le già esigue finanze a disposizione.
Il contributo arriva regolarmente sulla propria Carta di Inclusione, dura fino a 18 mesi e può essere rinnovato… ma non basta semplicemente attendere la proroga: è necessario parteciparvi attivamente. Il cuore di questa misura, infatti, è costituito dal Patto di Inclusione, una sorta di percorso personalizzato e concordato con i servizi sociali per uscire dalle situazioni di fragilità. L’Assegno di Inclusione non vuole essere mero assistenzialismo: al contrario, esso ambisce a diventare un vero e proprio accompagnamento verso uno stile di vita più prospero e autonomo.

La nuova circolare dell’INPS
Ed è proprio su questo concetto che verte la circolare n. 3048 del 14 ottobre 2025 diramata dall’INPS: dopo il rinnovo dell’ADI, ed entro 120 giorni dalla data della richiesta, è necessario fissare un nuovo appuntamento con i servizi sociali del Comune per aggiornare il Patto di Inclusione, verificando gli obiettivi sino ad allora raggiunti e ricalibrando, all’occorrenza, quelli futuri.
Se manca questo step fondamentale, l’ADI può essere sospeso: esso funziona solo in virtù di una collaborazione bilaterale, seria e consapevole tra lo Stato e il beneficiario del sussidio. In conclusione, il Governo continua a porgere la mano ai cittadini in difficoltà… ma questi ultimi devono essere disposti a mettersi attivamente in gioco.
