Test del caffè, non cascarci: il datore di lavoro vuole metterti alla prova prima di assumerti I Ecco qual è la trappola

Caffè a lavoro - Fsi.it

Caffè a lavoro - Fsi.it (Fonte Pexels)

Se stai per affrontare un importante colloquio di lavoro, non cadere in questo tranello: a volte una tazzina di caffè può determinare il tuo futuro.

Ogni datore di lavoro si affida a differenti metodologie di arruolamento. C’è chi, preso dalla fretta, opta per la pesca a strascico, nel tentativo di coprire le posizioni ricercate nel minor tempo possibile.

Al contrario, c’è chi sottopone i candidati a ripetute selezioni, magari appoggiandosi a team di recruiting composti da psicologi e addetti alle risorse umane.

C’è chi valuta unicamente le competenze sciorinate nel curriculum, salvo poi rendersi conto che queste non rispecchiano fedelmente le abilità del potenziale neo-assunto, e chi invece preferisce testarlo in mansioni pratiche, con un periodo di prova che può variare da un paio di giorni a qualche settimana.

Ma ora c’è una novità. Un nuovo trend sta arrivando dall’Australia, e prevede che il candidato affronti uno step decisivo in fase di selezione… quello della tazzina di caffè.

Cosa ricercano i recruiter

Certo, l’esperienza e la disponibilità ad apprendere nuove skills rivestono un ruolo fondamentale agli occhi dai datori di lavoro, ma negli ultimi anni anche il linguaggio non verbale ha assunto un’importanza crescente.

Segni di nervosismo possono mascherare competenze carenti, mentre i cenni di insofferenza segnalano spesso un malcelato disinteresse nei confronti del ruolo o dell’azienda. Un atteggiamento troppo compiacente può essere letto come servilismo o disperazione, ma un piglio troppo audace è spesso foriero di futuri guai. Insomma, prima di affrontare un colloquio di lavoro è sempre meglio rilassare i nervi e focalizzarsi sui propri obiettivi, presentandosi poi in azienda con un abbigliamento consono e un atteggiamento rilassato ma proattivo. Facile a dirsi, non altrettanto a farsi. E, da oggi, bisogna tenere conto di una nuova pratica insidiosa

Caffè a lavoro - Fsi.it
Caffè a lavoro – Fsi.it (Fonte Pexels)

Il test della tazzina di caffè

Dimentica i soliti quiz tecnici e le domande trabocchetto: per Trent Innes, CEO di Xero Australia, il vero colloquio si gioca brandendo una banale tazzina di caffè.

Il manager ha raccontato la sua metodologia di selezione nel podcast The Ventures, spiegando che questo gesto è più rivelatore di mille curriculum. Egli accompagna infatti ogni potenziale nuova leva nelle cucine di Xero Australia, approfittando dell’atmosfera informale per condividere con questi un drink, spesso una tazzina di caffè. Poi, completa il giro dell’azienda e si prepara a congedarsi: il candidato riporterà la tazza nelle cucine immacolate della struttura? Se sì, punto a favore. Se no, blacklist. La prima opzione, infatti, rivela rispetto e spirito collaborativo, due elementi fondamentali quando si lavora in un gruppo di lavoro. La seconda, invece, è indicativa di un atteggiamento lassista e spesso superficiale, inadatto alla mission di Xero Australia. Ergo, se al prossimo colloquio ti offrono del caffè… drizza le orecchie e lava la tua tazza!