Superbonus PARTITA IVA NOVEMBRE 2025: 800 euro subito, ma datti una mossa, i tempi per la domanda stanno terminando

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Fino a 800 euro di indennità per sei mesi agli autonomi della Gestione Separata INPS. Scadenza tassativa, requisiti rigidi ed esclusioni
Sono milioni. Rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana, un “esercito” di lavoratori autonomi, professionisti, consulenti e piccoli imprenditori che ogni giorno, con la propria Partita IVA, generano valore, innovazione e occupazione.
A differenza dei lavoratori dipendenti, l’autonomo vive costantemente l’incertezza del mercato, l’onere di una burocrazia complessa e, soprattutto, l’assenza di ammortizzatori sociali automatici in caso di crisi o calo di attività.
L’instabilità economica degli ultimi anni ha messo a dura prova la tenuta finanziaria di molte di queste attività. Per questo motivo, le misure di sostegno mirate sono diventate non solo auspicabili, ma necessarie.
In questo scenario, l’attenzione si concentra su un’opportunità di supporto economico che, pur essendo limitata a una specifica platea, offre un aiuto concreto e tutt’altro che trascurabile.
Ultimi giorni per l’ISCRO
Per chi lavora con partita Iva, la finestra utile è ormai stretta e, come spesso accade in questi casi, la corsa all’adempimento rischia di diventare frenetica. Come spiega Sky Tg24, si tratta dell’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa, conosciuta come ISCRO. Questo strumento, inizialmente sperimentale, è stato reso stabile dal 2024 e si rivolge ai titolari di Partita IVA iscritti alla Gestione Separata INPS.
L’indennità, erogata per sei mesi, varia da un minimo di 250 euro a un massimo di 800 euro al mese, a seconda dei redditi dichiarati nei due anni precedenti. Per fare domanda bisogna rispettare criteri stringenti: non aver superato i 12mila euro di reddito l’anno precedente; la Partita IVA deve essere attiva da almeno tre anni, per l’attività che ha giustificato l’iscrizione alla Gestione Separata. Il nodo centrale, però, resta il tempo: le domande vanno presentate entro il 31 ottobre, e ogni giorno di ritardo può fare la differenza tra ricevere l’indennizzo o rimanerne esclusi.

Le altre condizioni da rispettare
Un aiuto importante, ma non automatico: serve documentazione, autocertificazioni e soprattutto, tempestività nella presentazione. Il calcolo dell’importo tiene conto del 25% della media dei redditi dei due anni precedenti l’anno di riferimento, ma viene applicato su base semestrale.
Attenzione però: chi ha già ricevuto l’indennità nel 2024 non può ripresentare domanda per il 2025. Questo vincolo, previsto dalla normativa, esclude automaticamente molti potenziali candidati. Anche chi ha perso il diritto alla prestazione nel corso dell’erogazione, per motivi come la chiusura della Partita IVA o il passaggio a un’altra forma previdenziale, resta fuori.