PIGNORAMENTI, ufficiale: da Novembre scatta subito, basta l’avvocato del creditore I Via alla riforma, non serve più il giudice, perdi tutto quel che hai

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Equilibri sconvolti nel recupero Crediti. Chi emette il titolo esecutivo? La giustizia cede un potere cruciale
In un contesto economico globale che negli ultimi anni ha alternato fasi di crescita debole a brusche frenate, la gestione del debito è diventata una questione sociale di primaria importanza.
L’Italia non fa eccezione, dove molte famiglie e piccole imprese si trovano a fronteggiare una crescente difficoltà nel far fronte ai propri impegni finanziari. Il mancato pagamento di mutui, prestiti o fatture si traduce, per il creditore, nella necessità di avviare procedure di recupero crediti e, nei casi più estremi, di esecuzione forzata culminante nel pignoramento.
Il pignoramento è l’atto con cui si dà formalmente il via all’espropriazione dei beni del debitore (immobili, stipendi, conti correnti, beni mobili) per venderli all’asta e soddisfare così la pretesa del creditore.
Il sistema vigente prevede un iter ben preciso che parte dall’iniziativa del creditore il quale, assistito dal proprio avvocato, deve presentare un ricorso formale a un giudice civile.
La rivoluzione del recupero crediti
Il panorama italiano del recupero crediti sta per subire una trasformazione che ridisegna completamente gli equilibri tra creditori e debitori. Il disegno di legge 978, approvato dalla Commissione Giustizia del Senato, introduce un meccanismo innovativo che promette di velocizzare le procedure ma che, al contempo, solleva interrogativi significativi sulla protezione dei diritti di chi si trova in posizione debitoria.
La modifica fondamentale riguarda il passaggio di consegne da una figura terza e imparziale, il magistrato, a un professionista che agisce nell’interesse di una delle parti in causa: l’avvocato del creditore. Una scelta legislativa che rappresenta un cambio di paradigma che sposta l’asse del sistema verso l‘efficienza procedurale.

Una riforma che semplifica troppo: Adusbef chiede garanzie
L’approvazione del Ddl 978 elimina il passaggio attraverso il giudice e attribuisce direttamente al legale del creditore la facoltà di notificare un atto di intimazione da adempiere al debitore. Questa intimazione non è un semplice sollecito: si tratta di un atto che, decorsi quaranta giorni dalla notifica senza che il destinatario abbia presentato formale opposizione, assume automaticamente efficacia esecutiva piena.
La maggiore criticità individuata è di natura “garantistica”: un’intimazione proveniente da un avvocato rischia di generare nel destinatario l’illusione di trovarsi di fronte a un atto emesso da un’autorità pubblica. Per contrastare questi rischi, si è messo al lavoro l’Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari) che ha elaborato una serie di proposte correttive che mirano a riequilibrare il rapporto tra le parti.