PASSO CARRABILE ABOLITO: ufficiale dal Ministero, basta un bigliettino e sei salvo I Obbligati a tenersi alla lontana dal tuo parcheggio

Passo carrabile - fsi.it
Un semplice bigliettino per esonerarsi dall’obbligo di non parcheggiare davanti a un passo carrabile: la legge spiazza i residenti.
Il Codice della Strada regala spesso delle perle, anche se a volte indirettamente. Questo accade perché la legge sa essere chiara, ma non sempre gli automobilisti (e non solo) restano aggiornati a ogni cambiamento. Il fatto è che tutto può variare da un giorno all’altro ma, ancor peggio, le leggi che già esistono sono ben definite – così come le loro eccezioni.
Si tratta solo di buon senso, penserà qualcuno. Ma la verità è che il Codice della Strada non lascia nulla al caso. Anzi, è proprio nel caso che si nasconde la via d’uscita. Ed è questo che è successo a un automobilista che, dopo essere stato ripreso per aver parcheggiato davanti a un cancello, ha deciso di ottenere il diritto di farlo con un semplice foglio scritto a mano.
L’automobilista, il passo carrabile e il bigliettino
Trovare posto in città è diventata un’arte. Ma quando lo trovi davanti a un cancello, la tentazione è forte. E infatti, un automobilista ha pensato bene di parcheggiare lì, davanti a un cancello pedonale.
Questa occasione è diventata ben presto abitudine, fino al momento in cui i residenti hanno deciso di mostrare la loro indignazione con le buone.
Uno di loro si è infatti preso la briga di appoggiare un bigliettino rabbioso sul parabrezza, condito da un’accusa secca: “Manca il buon senso”. Aveva tutta l’aria di un avviso bonario, così come bonaria è stata la risposta del automobilista il giorno successivo.

Il parcheggio legittimo di fronte al cancello residenziale
Ed è qui che la vicenda prende una piega inaspettata. Il conducente risponde con un altro foglietto: “Se vuoi che nessuno parcheggi, paga un passo carrabile”. Testuali parole. Nessuna lite, solo una stoccata indiretta, affidata alla carta. E, incredibilmente, la legge gli dà ragione.
Perché la normativa è questa: senza cartello regolare, con autorizzazione e numero del Comune, quel tratto di strada è pubblico. E finché resta tale, nessuno può pretendere il ‘divieto di sosta su richiesta’. Non basta dire “è casa mia”, serve una richiesta formale e pure il pagamento di una tassa annuale.
Quindi sì, a rigore, si può parcheggiare davanti a un cancello privo di passo carrabile, perché non esiste alcuna infrazione. Ma c’è un’altra parte della legge che va ricordata: se quel parcheggio ostacola il passaggio di un’ambulanza, impedisce l’accesso a una barella o blocca l’ingresso in modo oggettivo, allora scatta comunque il divieto.
Fatto sta che la morale è una, forse la stessa: anche se a volte è il buon senso a dover guidare, è la legge a dire l’ultima parola. E spesso, quella parola non viene riferita recapitando un decreto formale, ma su un bigliettino stropicciato lasciato sul cruscotto.