“Non ho firmato, quindi non pago”: ufficiale, EQUITALIA SCONFITTA I I 5 mila euro di DEBITI CANCELLATI l ‘trucco’ (legale) del perugino funziona:

Raccomandate mai firmate e debiti cancellati - fsi.it
Una recente sentenza vede i debiti di un contribuente cancellati poiché non ha mai firmato tali raccomandate.
Questo è uno dei nodi più difficili da sciogliere per chi ha debiti con Equitalia (oggi Agenzia delle Entrate-Riscossione): un postino che ci recapita una raccomandata e noi, per un motivo o per l’altro, non la ritiriamo.
Può succedere che decidiamo di ignorarla volutamente, o che davvero non riceviamo nemmeno l’avviso di giacenza perché smarrito. Ma una cosa è sempre stata certa: si può scappare finché si vuole, ma se non si ritira la raccomandata, la notifica si considera comunque perfezionata dopo un certo periodo di tempo (di solito 10 giorni dalla giacenza all’ufficio postale).
Si chiama proprio ‘compiuta giacenza’ ed è un principio chiaro del diritto amministrativo: la legge presume che tu abbia avuto la possibilità di riceverla, anche se non l’hai fatto. Eppure, questa volta, un contribuente ha vinto, proprio perché è riuscito a dimostrare che quelle raccomandate, in realtà, non le ha mai ricevute.
Le cartelle esattoriali mai ricevute: il caso che apre le porte all’illegittimità
Per chi ha cartelle esattoriali alle spalle, la dinamica è quasi sempre la stessa: arriva la raccomandata, non la si ritira e, trascorsi i giorni previsti dalla legge, la notifica si considera comunque valida. Fino a qui, nulla di nuovo. Ma cosa succede se, su quella ricevuta di consegna, la firma che compare non è la nostra? Se, di fatto, qualcuno ha certificato al posto nostro di aver ricevuto un atto che non abbiamo mai visto?
È esattamente ciò che ha denunciato il contribuente protagonista di questa vicenda, che si è ritrovato a contestare sette cartelle notificate tra il 2003 e il 2011. Non le aveva mai firmate – a suo dire – e non ne era mai venuto a conoscenza. Così ha deciso di portare la questione davanti ai giudici.

La firma falsa: 5.000€ di cartelle estinte
Dopo aver scoperto l’esistenza delle cartelle mai ricevute, l’uomo ha presentato una querela di falso: uno strumento legale per contestare l’autenticità di un documento pubblico. Il nodo stava tutto lì: sulle ricevute comparivano firme, ma nessuna era la sua. Alcune notifiche erano persino solo in copia, ma la Corte ha stabilito che la querela è ammissibile anche su fotocopie.
Una perizia grafologica d’ufficio ha chiarito tutto: quattro firme su sette erano false. Risultato? Le relative cartelle – oltre 5.000€ tra multe, contributi, ICI e bollo auto – sono state dichiarate nulle, mentre due sono rimaste valide.
Resta però un dettaglio inquietante: nessuno sa chi abbia firmato quelle ricevute. Potrebbe essere stato il postino, un vicino o, peggio, qualcuno all’interno dell’ufficio per chiudere pratiche arretrate. Ipotesi che lasciano più domande che risposte, ma il punto rimane lo stesso: se la firma non è tua, la cartella cade. E questa sentenza dimostra che non è il primo caso. Né, probabilmente, sarà l’ultimo.